I. GIORDANIA

DIARIO DI VIAGGIO I. GIORDANIA

estate del 2022

12 giorni 









Mentre atterriamo c'è solo una pista circondata da sabbia. 
Una passeggera giordana guarda fuori dal finestrino e sorride alla sua terra e io capisco perché. 
Raramente mi sono sentita così calma e serena; questo deserto trasmette qualcosa di inspiegabile, tranquillizza il mio cuore in tumulto.

Anche il folle traffico di Amman non riesce ad agitarmi. 
E' una città color sabbia, è tutto beige.

La Giordania è a sole 4 ore e poco più di aereo da Roma, sembra strano. 
Le strade sono affollate, ma c'è un'Ikea, mi sento a casa. Eppure non c'è scritto Ikea, la scritta è in arabo. Le persone guidano abbastanza bene ma ci sono anche tanti incidenti.
E' rumorosa, ma all'improvviso c'è solo silenzio e questa luce gialla surreale, gli uccelli che volano intorno alle palazzine. Percepisco un paradosso molto forte. E' bellissimo. 
Sarà per questo che per tutto il viaggio mi sono sentita spazzata lontano ma allo stesso tempo, a casa. 




I. Amman la bella 


- Io chiudo gli occhi un attimo - mi dice David appena arriviamo in hotel.
E che hotel..
Stavolta abbiamo toppato in pieno. E' un ostello ripulito, con stanze singole con bagno privato, ma resta pur sempre un ostello. 
Per me il tempo degli ostelli è passato da un pezzo, ma ci adattiamo, perché questo posto è letteralmente davanti al Teatro Romano, dall'altra parte della strada. Inoltre parcheggiare è stato facile.
Mai visti tanti parcheggi in una capitale in vita mia. 
David dà forfait, dorme profondamente, io cerco di scrivere il mio diario e di capire perché in ingresso ci fosse quel grande dispenser di tappi per le orecchie viola. 
Poi lo capisco quando da fuori arriva il canto della moschea di fronte. 
Ma è bellissimo, faccio un video, non voglio dimenticarlo.
Quando David si alza, andiamo al Teatro e ci sediamo sui suoi gradini, mentre il sole tramonta e i bambini giocano nella piazza lì davanti. 





II. In fondo al Mar (Rosso)

La mattina prendiamo la macchina e affrontiamo quattro ore di viaggio verso sud, attraverso il deserto e arriviamo ad Aqaba ad ora di pranzo.

Due giorni sul Mar Rosso, tra pesci colorati, mare trasparente, altri incidenti. Come corrono qui!




III. Il Wadi Rum pastello

Aqaba, chissà perché, è la destinazione che in tanti saltano. Forse pensano che non ne valga la pena, forse è vista come una meta dei vacanzieri. 
A noi resta il profumo del mare, delle notti estive quando si va in città e si sente odore di buon cibo ovunque, i colori dei fondali. 
I colori sono ancora più importanti ora che andremo in un paesaggio monocromo, tutto rosso, il Wadi Rum, con la sua sabbia morbida, le sue rocce altissime, i cammelli e le jeep.





La luce del tramonto però lo accarezza in modo dolce, colorandolo di rosa, tingendo tutte le montagne di colori pastello e ammorbidendo le sue asperità. 
Le dune sono immense, si fatica a scalarle, è un gioco per i cani che si tuffano e ricompaiono più giù. 



E' un gioco anche per noi, che scendiamo dalla jeep e giochiamo a fare i novelli Indiana Jones, ammirando il tramonto, riempiendoci gli occhi di tutta quella meraviglia. 
Anche perché non possiamo fare altro. Una coppia che era insieme a noi sulla jeep ha deciso di scendere  e professarsi amore tra le dune e siamo tutti fermi ad aspettarli. 
Torniamo al campo che è già sera. L'immensità della notte nel deserto è qualcosa che non ho immortalato. L'ho solo vissuta, nera, stellata, silenziosa, di un vuoto e di un nero difficilmente immaginabili. Io non potevo. Mai ho visto qualcosa così. Non so se vorrei rivederlo, rimanere troppo con se stessi, in un così assoluto silenzio non so se sia un bene o qualcosa di cui avere paura.
Mi rimane il ricordo di una coppia del nord, insieme a noi sulla jeep. 
Ci hanno chiesto: - è il vostro grande viaggio?
Per me ogni viaggio è il grande viaggio, ma loro intendevano solo la lunghezza. Ho detto sì. Loro hanno risposto orgogliosamente che per loro era solo un fine settimana. Avrebbero visto Wadi Rum, Petra e Amman. Lo hanno detto in tono orgoglioso, da weekend warriors, e mi è scappato un sorriso. 
Mi spiace che abbiano perso tutto il resto, la Giordania non è un luogo da mordi e fuggi. Spero torneranno. Spero se ne innamorino veramente, di un amore profondo. 


IV. Ciao Tesoro!


Salutiamo a malincuore il Wadi Rum, proiettati verso una nuova avventura. Andiamo verso Petra. 
Che viaggio! Che deviazioni! Ci siamo trovati nel niente, su strade sterrate, senza nessuno. Ma siamo arrivati ed è stata l'emozione che ci aspettavamo. 
Di solito niente corrisponde mai alle aspettative. Le carichiamo così tanto che alla fine tutto risulta deludente, ma non Petra.

Dal canyon, dal siq, emerge lui, bellissimo, rosso, un'opera d'arte che giustamente è annoverata tra le sette meraviglie del mondo: il Tesoro. 




Non so come siamo stati così fortunati, come ci potesse essere così poca gente davanti a questa bellezza, ma era così. 
Noi e lui. 
E qualche venditore con i cammelli. 
Questo è il Tesoro di Petra, ma Petra non finisce qua. Un teatro, antiche rovine, un altare, e in cima, il Monastero, sono solo alcune delle cose più famose che sono all'interno del complesso di Petra. 



V. Il posto più basso del mondo


Esiste un posto in Giordania, che è il più basso al mondo. E' il Mar Morto. E non solo ha questo primato, qui puoi anche galleggiare senza problemi, perché c'è una tale quantità di sale da portarti in su automaticamente.  



E' qui che ho capito molte cose importanti, come non entrare in quest'acqua se hai usato il rasoio nelle 24 ore precedenti, per esempio. 
Il dolore è atroce. 
L'aqua è oleosa. 
Calda.
Il fondale è denso e vagamente melmoso. 
Ma galleggiare vale tutto. 



VI. Si chiude il cerchio

Le ciambelle sono il nostro forte in viaggio. 
Cos'è questo sfrenato desiderio di itinerari circolari, in cui si parte e si torna nello stesso punto? Andrebbe analizzato più a fondo ma non abbiamo tempo. 
C'è ancora molto da vedere, molto da fare, ora che siamo tornati ad Amman.







Vibrante, dorata, rumorosa, concitata, e poi, mentre ci inerpichiamo su una stradina, improvvisamente dal niente inizia il canto melodioso delle moschee.
Mi colpisce direttamente al cuore, è tutto così bello. 
In cima alla collina, dove sorge la Cittadella, dominiamo tutto con lo sguardo. C'è il Teatro, le case, il traffico, ma tutto sembra piccolo da quassù. Tutto silenzioso. 
David corre tra le rovine, sorride, c'è un vento estivo che gli accarezza i capelli, indica una costruzione con il dito. 
C'è una bandiera della Giordania che sventola.
Mi siedo su una panchina all'ombra e osservo i visitatori. Sono per lo più famiglie con bambini, nessun Italiano, non riconosco altre nazionalità, forse ci sono degli Inglesi. 
Pian piano la giornata sta finendo, io la guardo scorrere seduta vicino alla mano di Ercole. 
Domani andiamo a Jerash.


VII. Addio non vorrei dirlo

Anche Jerash ci saluta con una bellezza disarmante e mi chiedo come sia possibile tutto questo splendore. 
Il sito è quasi solo per noi. Un ragazzo ci vende un copricapo tipico che David indossa per proteggersi dal sole. 
Le colonne sono così grandi. 


Gli chiedono se sia Giordano, sarà la barba.
Lui ne sembra orgoglioso. 
Andiamo via da Jerash e c'è un altro incidente sulla strada. Questi Giordani, troppo di fretta. 
Quanti incidenti abbiamo già visto? 
Torniamo nell'appartamento che abbiamo affittato ad Amman, ceniamo, proviamo a dormire, ma credo ci sia un'altra festa. Ci sono canti in lontananza, durano tutta la notte. 
Amo questo commiato. 
Ti voglio bene anch'io Giordania, non voglio salutarti veramente, voglio tornare, comprare una casa, stendere i panni al sole, ascoltare i canti della moschea, comprare delle caprette che andranno in giro per la strada, e diventare tutt'uno con il tuo deserto, con la sabbia rossa e dorata che ti ricopre.
Tornerò. 
Non torno mai da nessuna parte, e prima di te l'ho detto solo alla Grecia, anche lei è un grande amore, ma ora lo dico anche a te. 
Tornerò.











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